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dr. Angelo Uberti

“La Terapia è un viaggio alla scoperta di sè.
Non è un viaggio rapido, nè facile e neanche privo di paure.
In certi casi può prendere l’intera esistenza, ma la ricompensa è il sentimento che la vita non sia passata invano” Alexander Lowen.

La terapia, dunque, è un viaggio alla scoperta di sé, ovvero un cammino di crescita umana, in cui si fa spazio e si dà attenzione alle domande essenziali della nostra vita:
chi sono io? Cosa Voglio? Cosa mi piace?
Quali sono i miei veri bisogni e disideri?
Quali sono i condizionamenti che mi impediscono di raggiungere gli obbiettivi che vorrei realizzare?
Quali sono le mie paure e/o angosce?
Cosa mi sta dicendo il corpo con questo sintomo e/o malessere?
Perchè, se raggiungo o conquisto qualcosa o qualcuno, non mi basta mai e non so gioirne?
Perchè provo ansia e/o panico?
Come posso affrontare la mia paura, ansia o depressione?

Queste e altre domande sorgono quando sentiamo che una parte del nostro essere e della nostra vita si è in qualche modo bloccata. Quando una parte di noi è ferma, le nostre potenzialità e libertà risultano pesantemente limitate.

Per accorgerci di come stiamo vivendo la nostra vita bisogna anzitutto fermarsi e ascoltarsi.
“Fermarsi e ascoltarsi” sono due semplici azioni; eppure, nell’attuale stile di vita frenetico, è difficile. Così ci abituiamo a ritmi che tolgono il fiato e ci fanno vivere in apnea, senza respiro.
Pare impossibile dire “basta” e riappropriarsi di una delle cose più preziose che abbiamo: tempo per noi stessi.
Ma la posta in gioco è davvero importante, ricordando la citazione iniziale:”la ricompensa è il sentimento che la vita non sia passata invano”.
Sapersi fermare e chiedere aiuto è un gesto di umile coraggio, che ci fa incontrare e riconoscere il nostro limite. Riconoscere il proprio limite ci porta in intimo contatto con la nostra umanità, ci mette “con i piedi per terra”: ci fa sentire chi siamo veramente e ci predispone a incontrare l’altro, con consapevolezza e rispetto.

La terapia a mediazione corporea agisce sia utilizzando le parole per capire i nostri modi di pensare, sia il corpo per comprendere i nostri modi di sentire.
Dunque, nella terapia e mediazione corporea, paziente e terapeuta comunicano e lavorano con le diverse dimensioni di cui siamo fatti: percezioni, sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri, intuizioni, sogni…
Il paziente apprende, quando è pronto per farlo, ad ascoltarsi e sentire cosa c’è in lui, a essere in contatto con il proprio sentire e a rispettarlo e poi a percepire e comprendere il sentire degli altri. In tal modo impariamo a stare in contatto vero e reale con noi stessi e con chi ci è vicino.

Conduttore dr Angelo Uberti psicologo, master in psicologia dello sport (aree: alto agonismo, comunicazione, riabilitazione ed età evolutiva), insegnante di T’Ai Chi Ch’Uan e Qi Gong .

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